Altre Funzioni

ALTRE FUNZIONI DELLA TERAPIA DEL DOLORE
Scopo della terapia antalgica è anche quello di promuovere altri centri e reparti per la terapia del dolore in modo di essere presenti e utili in molte strutture per la cura e l’assistenza del dolore.
A tal proposito viene inserita la relazione Algologia: antica e nuova specialità eseguita durante l’istituzione di una unità di terapia antalgica a livello ospedaliero.
I problemi che sono a suo carico comprendono l’aggiornamento nei riguardi di metodiche diagnostiche, di trattamento farmacologico, di tecniche specifiche antalgiche, la raccolta e l’archivio dei dati e in fine il follow-up dei pazienti desunti dalla propria casistica e da quella fornita dai centri più periferici.
Tuttavia il trattamento del dolore deve avere un’impronta interdisciplinare specialmente in fase diagnostica.
Come nei tempi passati ci sì era prodigati di considerare l’anestesiologia non l’ancilla della chirurgia generale così adesso l’algologia nella sua interdisciplinarietà deve essere autonoma dal servizio di anestesia e rianimazione.
10 credo che in questo sia compreso il concetto di antico e nuovo per far sì che
l’interdìsciplinarietà degli altri specialisti che collaborano con noi terapisti del dolore non
sia una semplice consulenza ma crescano e si sviluppino con la stessa mentalità e con lo
stesso indirizzo antalgico.
Durante gli anni di direzione di un centro di terapia antalgica il problema che ho maggiormente percepito e che l’enturage del personale curante è ancora impreparato di fronte al binomio tumore-dolore: l’acquisizione di tale problema è “paradossalmente” una conquista recente.
Attraverso dati epidemiologici e oltre che dai dati forniti dall’Organizzazione mondiale della Sanità è emerso che circa 6-8 milioni di persone ogni anno si ammalano di tumore.
II dato più impressionante è la constatazione di presenza di dolore oltre al 70% delle
persone.
Ciò significa che una elevata percentuale di pazienti non viene correttamente trattata o comunque il trattamento de! dolore è insufficiente. Ma quali sono le cause:
– la non attivazione dei centri di terapia antalgica con equipe polidisciplinari in modo che venga privilegiata una corretta diagnosi fisiopatologia del dolore creando un connubio tra fisiopatologia del sistema nervoso neurofisio-chimica e clinica delle diverse sindromi algiche.
– Disinformazione sull’attività del Centro.
– Impreparazione del medico di fronte al binomio tumore-dolore.
– Disinformazione sull’appropriato uso dei farmaci analgesici minori in relazione al loro profilo farmacocinetico e all’associazione di diversi farmaci adiuvanti.
– Scorretta informazione sull’uso adeguato degli oppiacei nel dolore cronico neoplastico con incapacità di sfatare i falsi miti e gli equivoci sulla dipendenza psicologica nei pazienti con dolore cronico.
E’ intuitivo che ogni situazione dolorosa ha la sua strategia per cui è utile attenerci allo schema proposto dall’O.M.S. la così detta scala a tre gradini a cui segue una classificazione dei farmaci analgesici di tipo antinfiammatorio, agonisti, parziale-agonista, agonista-antagonista.
Oggi è a tutti noto come la morfina sia considerata un tipico agonista del recettore mu e
11 nalossone antagonista-competitivo a tale recettore.
L’alta affinità di una sostanza analgesica per un recettore è correlata alla sua potenza farmacologia.
Attraverso approcci metodologici in vitro e in vivo con metodi autoradiografici è stata studiata la localizzazione dei recettori degli oppiacei sia a livello centrale che periferico. Si è potuto osservare anche la distribuzione dei recettori nelle varie aree del sistema
nervoso e le quattro classi di siti di legame per gli oppiacei che sono state indicate con la lettera dell’alfabeto greco: mu – cappa – sigma – delta.
Per comprendere la complessità del problema presentiamo il seguente diagramma che testimonia le varie tappe programmate per poter indirizzarci alla diagnosi di una terapia di una sindrome dolorosa

ANAMNESI MEDICA DEL PAZIENTE
ANAMNESI PSICO SOCIALE
ANAMNESI DEL DOLORE ESAME OBIETTIVO
CONFERMA DEGLI ESAMI DI LABORATORIO E STUDIO DEI RADIOGRAMMI
CLASSIFICAZIONE TEMPORALE, EZIOLOGICA E FI SI O PATOLOGICA DEL DOLORE
VALUTAZIONE DELLE PATOLOGIE ASSOCIATE VALUTAZIONE DEI PRINCIPALI SINTOMI
PRODOTTI DETERMINAZIONE DELLE DISFUNZIONI PSICO-SOCIALI VALUTAZIONE DEL TONO DELL’UMORE
VALUTAZIONE DEL SISTEMA DI SUPPORTO PSICOLOGICO E DEL MEDICO DI MEDICINA GENERALE
DIAGNOSI DELLA SINDROME ALGICA
TERAPIA DELLE COMPONENTI TERAPIA DELLE COMPONENTI ORGANICHE DEL DOLORE COGNITIVE ED AFFETTIVE DEL DOLORE E DELLO STRESS PSICOLOGICO

Dobbiamo infatti ricordare che la salute è partecipazione, non è una merce, una cosa per la quale basta sdraiarsi sul lettino di un medico algologo per comprarla. La salute è una conquista attiva, è come il coraggio, è il risultato della nostra lotta. Non si può andare da qualcuno e dirgli di farmi star bene.
E’ anche pur vero che qualche volta basta cambiare di poco il nostro pensare per avere cambiamenti sorprendenti incredibili.
In fondo l’alcool, la droga, le stesse malattie psicosomatiche sono modi inconsci per
sottrarci alla realtà percepita come ostile, inabbordabile, un rifugiarsi in sé stessi e
mandare messaggi che si sa già non avranno una risposta.
Tutte le malattie psicosomatiche sono anche sociali: mente e corpo.
Senza la conoscenza delle leggi che governano il sistema nervoso, le leggi cioè che
consentono ad un individuo di entrare o no in contatto con il suo ambiente familiare,
professionale, sociale, non si riuscirà mai a fare una medicina corretta.
Per l’uomo sono il suo apprendimento culturale, le sue pulsioni ed i divieti dell’ambiente.
Egli può agire o non può agire, è libero o inibito; e quando non può agire fa entrare in
gioco un sistema chiamato inibitore dell’azione e che coinvolge tutto il sistema biologico,
ghiandolare, ormonale, cardiovascolare, neurormonale che presiedono all’equilibrio e al
tono vitale.
L’uomo si ammala perché libera cortisone.

Il cortisone distrugge il sistema immunitario, le difese dell’organismo.
Tutti i depressi liberano cortisone in eccesso e quindi sono sempre stanchi e non hanno
più un sistema immunitario.
Se un microbo passa nei dintorni si prendono una malattia infettiva; se hanno una cellula cancerosa sono destinati ad avere una evoluzione cancerosa perché non è più arrestata da un sistema immunitario.
C’è infine una violenza sconosciuta agli altri animali alla quale l’uomo è vulnerabilissimo: negare il senso a quello che fa, che è annullare il bisogno di essere parte, partecipe, autonomo, originale ma partecipe.
Se viene meno questa principale funzione l’uomo si ammala e viene distrutto il suo sistema immunitario.
Possiamo concludere questi brevi accenni sull’importanza del dolore morale, sull’equilibrio psico-fisico e sul sistema immunitario del paziente citando David Meghnaghi “Le catastrofi non lasciano indenne chi è colpito, le tragedie individuali e collettive sono un duro colpo per il sistema immunitario. La morte fisica è il momento conclusivo di un processo che a vari livelli è già operante a livello fisico e psichico… La depressione, la perdita del senso di gioia, il rifiuto di accoppiarsi, di mettere su famiglia, la solitudine, l’ansia che divora e la paura di prendere sonno sono segni premonitori che stanno a indicare quanta parte della via è andata perduta”.
Non ci meravigliamo se ia vita frenetica, i nostri impegni quotidiani ci fanno dimenticare le pene e le sofferenze di molti sparsi nel mondo.
“Ah, Malte, noi ce ne andiamo, e mi pare che tutti siano distratti e indaffarati e non abbastanza attenti quando ce ne andiamo. Come se cadesse una stella filante, e nessuno la vedesse, nessuno avesse formulato un desiderio. Non dimenticare mai di formulare un desiderio, Malte. Mai rinunciare ai desideri.
Io credo che non ci siano adempimenti, ma desideri che durano a lungo, tutta la vita, tanto che non potremmo aspettarne l’adempimento.
Rainer M. Rilke I quaderni di Malte Laurids Brigge