Le basi neurofisiologiche della stimolazione multisensoriale.
prof GianLuigi. Fanchiotti.
Relazione a Expo sanita’
16° mostra internazionale al servizio della sanita’ e della salute bologna 28-05-2008.
La fondamentale caratteristica del tessuto cerebrale ,che lo distingue dagli altri tessuti organici del nostro organismo, consiste nel fatto che la sua organizzazione, dai neuroni fino alle sue strutture ultra microscopiche, e’ in gran parte determinata dagli stimoli dell’ambiente nel quale si viene a trovare nel corso della vita.
Gli stimoli dell’ambiente in cui ci troviamo e’ fondamentale nello sviluppo cerebrale e nel rafforzare le connessioni interneurali.
E’ importante distinguere come l’organizzazione strutturale di base sia predeterminata da fattori genetici,mentre lo sviluppo e l’esito successivo e il recupero interneuronale è determinato da stimoli ambientali.
Pertanto, le caratteristche del tessuto neuronale ,possono essere cosi’ schematizzate, riferendoci alla stimolazione multisesoriale:
1. La funzione di trasferimento delle informazioni
2. La capacita’ di apprendimento.
3. La plasticita’ dei neuroni.
4. Riorganizzazione delle mappe sensoriali
La stimolazione sensoriale suggerisce che il cervello conserva e sviuppa una notevole plasticita’ delle mappe corporee con il possibile recupero vicariante di altre funzioni.
In tema di stimolazione multi sensoriale la propieta’ fondamentale dei neuroni e delle sinapsi e’ quindi la loro plasticita’ nel senso che puo’ essere modificata da un gran numero di attivita’ stimolanti e da eventi biochimici.
Non possiamo, in questa esposizione ,descivere le componenti neuroanatomiche del sistema nervoso centrale ,dal neurone al dentrite e alla sinapsi.
Possiamo accennare solamente ,che la nostra vita cosciente e’ costituita dalla storia dei neuroni ,che sono di tipo eccitatorio o inibitorio,dal loro comportamento, in rapporto alla loro frequenza di scarica, dalle loro costanti interconnessioni, come se fosse un vero linguaggio:quello interneuronale.
La corteccia contiene piu’ di 30 miliardi di neuroni che generano un milione di miliardi di connessioni che danno luogo al costituirsi della nostra coscienza.
Due esempi paradigmatici per comprendere il meccanismo fisiologico della stimolazone multisensoriale:
1. Il fenomeno della visione nella sua complessita’e difficolta’ interpretativa;
2. Il dolore da arto fantasma e le mappe sensoriali.
La visione non e’ facile ed istantanea:vengono coinvolte 30 o piu’ aree visive distinte:
Posizinate nella corteccia cerebrale posteriore, oltre ai nuclei del talamo e dell’amigdala.
Il cervello ha la capacita’ di coordinare gli stimoli percettivi separati provenienti dalla retina, di riconoscere le forme, di elaborare i sistemi sensoriali, di mettersi in collegamento con molte aree corticali e sub corticali del cervello.
La stimolazione visiva ripercorre le stesse vie sensitive ,intervenendo soprattutto nelle connessioni tra corteccia cerebrale posteriore e sistema limbico ,sede della memoria e del comportamento.
Alcuni concetti riassuntivi sulle mappe sensoriali cerebrali.
Negli anni trenta Wade Marshall,fu il primo neuroscieziato, a mappare in dettaglio ,la rappresentazine sensoriale del tatto e della visione nella corteccia cerebrale.
Dimostro’nelle scimmie che l’intera superfice corporea e’ rappresentata sotto forma di mappa neuronale punto a punto in una striscia sottile del lobo parietale cerebrale.
Successivamente Wilder Penfiel dimostro’ la presenza delle mappe sensoriali anche nell’uomo ,in maniera cosi fedele ,quasi fosse scolpito
un omino sensoriale situato nel tessuto corticale parietale del nosrto cervello.
Questa rappresentazione e’ stata denominata “homunculus sensoriale” di Penfield.
E’ rappresentato uno schema corporeo con mani ,dita e bocca molto grandi.
E’ riverso con i piedi in alto ed il volto in basso, con la caratteristica che il volto e’ situato sotto l’area della mano ,anziche’ vicino al collo.
Questa precisa mappatura ci puo’ essere di aiuto ,per interpretare il dolore da arto fantasma ,oppure il dolore che si sviluppa in un arto dopo un trauma, anche di lieve entita’, creando un quadro clinico chiamato algo distofia riflessa.
In tema di terapia antalgica e’ noto il dolore misterioso denominato arto fantasma.
I pazienti amputati di un arto inferiore o superiore avvertono nell’ arto mancante un dolore intenso talvota di tipo disestesico talvolta a scossa dolorosa; talvolta hanno la sensazione di un arto paralizzato.
Diverse sono state le ipotesi fisiopatologiche, per interpretare il fenomeno specialmente nei casi in cui nell’arto amputato ,il dolore era preesistente.
Possiamo ipotizzare ,che il dolore si sia memorizzato nelle zone cortico limbiche e ,possa essere attenuato da meccanismi inibitori sul dolore, messi in atto da una stimolazione visiva. Ritorniamo per un momento alle mappe sensoriali situate nella corteccia:
L'”omino sensoriale” e’ abituato a ricevere costantemente informazioni propiocettive che provengono da tutta la superfice corporea, secondo le disposizioni ,ma in presenza di una amputazione,per esempio di una mano ,l’area corticale diverra’ improvvisamenta privata degli stimoli corrispondenti e verra’ occupata, subito dai neuroni confinanti ,che mal interpretando la provenienza sensoriale la riverbrano in modo disordinato o sulle zone di provenienzadello stimolo originale.
Si e’ formata in questo modo una cosiddetta “rimappatura o riconversione “corticale dimostrata da immagini magneto encefalografice.
Si e’ formata cioe’,secondo l’interpretazione di alcuni neurofisiologi ,una riorganizzazione delle mappe sensitive.
La stimolazione visiva, ottenuta da uno “specchio posto di taglio rispetto al paziente”, da l’illusione ottica di vedere la mano fantasma al posto della mano sana .Invitato il paziente a muovere la parte fantasma ,ha la sensazione di riorganizzare l’arto dolente o immobile.
Si puo pensare, che si siano attivati degli stimoli inibitori , sul dolore ,cortico limbici che sbarrano il cancello per via discendente a stimoli
propriocettivi o/e sensitivi.
L’esperimento e’ in via di studio in altre patologie dolorose ,in fase acuta di tipo neuropatico o nevralgico.
Abbiamo pertanto contribuito a valorizzare i meccanismi della stimolazlone visiva che e’ uno degli aspetti della stimolazione multi sensoriale.
Vi ringrazio dell’attenzione
Prof. Dott. Gianluigi Fanchiotti
FONTI:
M.SOLMS O.TURNBULL. 2002.
J.R.SEARLE . 1997.
G.M.EDELMAN. 2004;2006
R.KANDEL. 2007
V.S.RAMACHANDRAN. 2003.
(n.b. tutti gli articoli sono in via di aggiornamento)